Purtroppo, come tutte le invenzioni, il microscopio di
Marton non era privo di
difetti. Successivamente al deposito del brevetto, altri scienziati ed ingegneri cercarono di sviluppare il modello Marton per migliorarlo.
Un problema della
struttura era che, ogni volta che si inseriva un nuovo campione o, semplicemente, si regolava la posizione, si aveva una sostanziale perdita del "vuoto" creato precedentemente
Nel 1944
Charles H Bachman brevettò una nuova struttura: inventò un'apparato migliorato per introdurre i campioni da esaminare nella camera a vuoto, per evitare sostanziali perdite.
La modifica consiste in una
slitta portacampione, passante per una sottile fessura provvista di guarnizioni altamente resistenti, inoltre lo stesso vetrino ha una funzione di
chiusura ermetica.
Inoltre fu possibile regolare in modo preciso, e quasi immediato, il campione, affinché si trovi sul percorso di un fascio di elettroni.
Ulteriore problema da risolvere era la
bassa risoluzione del microscopio a causa delle
aberrazioni cromatiche e sferiche.
Nel 1946 il problema fu arginato da
Hillier James. Questi riesce a risolvere il problema causato dalla imprecisione meccanica e strutturale negli elementi. Ciò fu possibile mediante l'uso di elementi di correzione metallici interposti nel campo dell'obiettivo, adiacente al percorso del
fascio di elettroni.
Durante il corso degli ultimi 70 anni nuove migliorie hanno permeso lo sviluppo del
microscopio elettronico a scansione e a trasmissione, capace, grazie alla risoluzione elevatissima, di distinguere gli atomi del campione esaminato.
Nonostante l'elevata sofisticazione degli attuali strumenti, tutti questi sono discendenti diretti del microscopio di Marton.
Fibre di amianto
Polline